L’impresa a Pechino e il passato bresciano della campionessa
Prima di diventare la più amata dagli italiani, Sofia Goggia è stata la stella di Roncaglie, località posta a 1200 metri d’altitudine sopra la frazione di Grignaghe nel Comune di Pisogne. Per tutti Rongai, tradotto in dialetto: è questo il nome dello sci club dove la bergamasca, all’età di 15 anni, ha iniziato a spiccare il volo verso le nazionali azzurre. I genitori di Sofia, Giuliana e Enzo, la portarono nel 2008 dal patron Enrico Serioli: lui se ne intende di figli famosi, perché il figlio Giancarlo è stato calciatore nel Brescia (così come nell’Atalanta, segnando gol a raffica). Goggia arrivava dal Radici Group di Bergamo, ma si fidò di una società tra le migliori in Lombardia (come oggi si fida della psicoterapeuta bresciana Romana Caruso). Per questo la famiglia di Sofia la scelse: «Noi non ci vogliamo intromettere, è in mani sicure», disse il padre Enzo a Serioli, il quale affidò il talento grezzo della bergamasca ai migliori allenatori del suo club: Devid Salvadori e Daniele Simoncelli. Il caso, o meglio la bravura, ha voluto che i due (il primo ha avuto due figli da Nadia Fanchini, ora madre e finanziera), ancora tesserati per lo Sci Club Rongai, compissero poi insieme a Sofia la trafila che ha portato tutti in nazionale. A Pechino ci sono anche loro: Devid è il responsabile al femminile delle discipline tecniche, Daniele fa parte del gruppo élite che si prende cura di Goggia e Bassino. Nei due anni al Rongai, Sofia vinse tutto. Al maschile, il suo alter ego era Andrea Ravelli, che in Cina partirà a breve per fare da guida a Giacomo Bertagnolli, nelle Paralimpiadi. L’oro mancato di un soffio dall’amica potrebbe prenderlo lui. Resterebbe in famiglia.
Luca Bertelli
Sorgente: Il miracolo di Sofia (e dei suoi tecnici) è iniziato a Pisogne- Corriere.it